TERAMO – Nella prima mattinata odierna, i Carabinieri del ROS, coadiuvati dai Comandi Provinciali di Teramo, Pescara, Fermo, Ascoli Piceno, Brescia e Perugia e in coordinamento con il Landeskriminalamt  del Nord Reno – Westfalia (Germania), l’Udyco Central della Policia Nacional (Spagna), la Police Judiciaire Fédérale di Mons (Belgio) e il Dipartimento anti-narcotici della Polizia Nazionale dell’Ucraina, stanno dando esecuzione a 14 misure cautelari, in province italiane ed all’estero, emessa dai GIP dei Tribunali de L’Aquila e Teramo, su richiesta rispettivamente della DDA di L’Aquila e della Procura Ordinaria di Teramo, nei confronti di 14 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di “Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope” e “Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope”, appartenenti e contigui ad una organizzazione operante nel territorio nazionale, in Germania e in Spagna, con ulteriori contatti in Belgio e in Ucraina

L’attività in corso è il risultato di complesse e prolungate investigazioni del ROS, coordinate dalla DDA de L’Aquila, a seguito delle quali è stata documentata l’esistenza di una struttura organizzata dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, disvelando, altresì, le modalità di approvvigionamento del narcotico che giungeva in Italia, dalla Spagna.

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30 odierne presso il Comando Provinciale Carabinieri di L’Aquila.

 

COMUNICATO ROS

Nella mattinata odierna, i Carabinieri del ROS, supportati dai Comandi Provinciali di Teramo, Pescara, Fermo, Ascoli Piceno, Brescia e Perugia, e in coordinamento con il Landeskriminalamt del Nord Reno – Westfalia (Germania), l’Udyco Central della Policia Nacional (Spagna), la Police Judiciaire Fédérale di Mons (Belgio) e il Dipartimento Anti-Narcotici della Polizia Nazionale dell’Ucraina, hanno dato esecuzione a 14 misure cautelari (10 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 2 obblighi di presentazione alla PG) – emesse dai GIP dei Tribunale di L’Aquila e Teramo, su richiesta rispettivamente della DDA di L’Aquila e della Procura Ordinaria di Teramo – nei confronti di 14 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di “Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope” e “Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope”, artt. 74 e 73 D.P.R. 309/1990.

L’attività investigativa, avviata nel dicembre 2021 dalla Sez. A/C de L’Aquila e condotta con numerose e impegnative attività tecniche e dinamiche, è stata sviluppata, in coordinamento con la DCSA, anche attraverso la collaborazione di EUROJUST e EUROPOL, nonché col supporto della Rete @ON, a guida italiana della DIA, finanziata dalla Commissione UE.

L’indagine ha consentito di documentare l’operatività in Abruzzo di un’organizzazione criminale – svincolata da contesti di criminalità organizzata di tipo mafioso – formata da cittadini italiani, spagnoli, argentini e colombiani, dedita al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina. Le sostanze stupefacenti, approvvigionate in Spagna da alcuni indagati residenti nel paese iberico, venivano trasportate, via gomma, in Italia da corrieri che lo occultavano all’interno di autotreni nella disponibilità dell’organizzazione, per poi essere stoccati in Abruzzo a favore delle piazze di spaccio abruzzesi e marchigiane. Il sodalizio criminale con vertice, uomini di fiducia e sodali sul Territorio Nazionale ed estero, poteva contare su punti di riferimento in Spagna e Germania.

Gli inquirenti, durante il lungo periodo d’indagine, hanno posto in essere diversi sequestri, per un totale di circa 100 kg di hashish e 1 kg di cocaina, riuscendo a ricostruire i vari ruoli degli associati.

Oltre agli arresti, sono state eseguite diverse perquisizioni nei confronti di altri indagati, residenti in Spagna.

Si precisa che il procedimento si trova ora nella fase delle indagini e gli indagati, attinti da misura cautelare e destinatari di informazioni di garanzia, sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile e che la loro responsabilità verrà vagliata dal giudice competente.