TERAMO – Stamane riceviamo in redazione un whatsapp da un tifoso, che recita: “Apprendo da voi che domani si incontreranno le parti sulla vicenda Stadio. Morirò nella convinzione che quelle non siano le sole componenti. Siccome io non sono il Presidente del Teramo né uno che fa parte di un gruppo organizzato, ma semplicemente un grande tifoso, chiedo: se non sono un dirigente né uno che fa parte di un gruppo organizzato… chi sono?“.

Ecco, da questo assunto che coinvolgerà anche molti altri tifosi “anonimi”, è nata l’idea di formulare qualche domanda al NO ed al SI, entrambi convintissimi delle proprie posizioni. Da un lato ci sono le risposte di un un Maestro della Comunicazione, Elso Simone Serpentini che farà opinione per altri 100 anni e, dall’altra, quella di un semplice tifoso da Tribuna, abbonatissimo da sempre ed innamorato del “suo” Teramo: Arcadia. Li ringraziamo entrambi per la disponibilità.

  • Il non aver giocato a Teramo per un anno non è sufficiente per aver manifestato il proprio dissenso da una parte della città?

(Arcadia) – Non è evidentemente bastato, neanche il disagio è bastato, visto che c’è ancora gente che vuole emigrare.

(Serpentini) – Non si tratta di manifestare il proprio dissenso. Non aver giocato a Teramo non è stato un dissenso. E’ stata una manifestazione di disgusto verso il recente passato per quanto accaduto, della qual cosa molti sottovalutano la gravità. Continuare a non giocare allo stadio di Piano d’Accio esprime non il dissenso ma il disgusto, insuperabile. Giocare in quello stadio di proprietà gestionale è impossibile, perché vomitevole.

  • Non si trovasse l’unione d’intenti a rimetterci non sarebbero esclusivamente la neo società biancorossa e la squadra che si vedrebbero privati di una componente importante data dal fattore casalingo?

(Serpentini) – Certo che non giocare a Piano d’Accio comporta una difficoltà per la nuova società, ma non è insuperabile, come ha dimostrato aver giocato e vinto in un campo diverso, addirittura non teramano. Tra l’altro la spesa ingente per l’affitto dello stadio di Piano d’Accio rappresenta a sua volta un sacrificio economico della nuova società, costretta a impiegare quelle risorse per fini diversi da quello del rafforzamento dell’organico. Il fattore casalingo è determinato dal pubblico, mai mancato a Montorio, e che invece potrebbe mancare allo stadio di Piano d’Accio, assai più grande, sul quale sarebbe presente solo una minoranza di tifosi.

(Arcadia) – Come la vedo io se non si trova unità d’intenti? La squadra ci guadagna.

  • Nessuno può dire con certezza quanti a Teramo siano per il sì e quanti per il no, ma tu un’idea ce l’hai?

(Arcadia) – Molti la penseranno come il professor Serpentini, pochi come me.

(Serpentini) – Ho l’impressione che la maggioranza dei tifosi sia contro il sì allo stadio di Piano d’Accio, quantificabile al 60-70 %, ma, anche se fosse una minoranza, sarebbe una minoranza qualificata, essendo costituita dai tifosi più caldi e appassionati, e organizzati, quelli cioè che danno maggior supporto di tifo.

  • A chi sostiene che l’amore per la squadra della propria città dovrebbe andare oltre, cosa dici?

(Serpentini) – Dico che oltre all’amore per i propri colori, c’è l’onore degli stessi, che verrebbero oltraggiati se fossero rappresentati da una squadra costretta a giocare in quello stadio gestito da chi faceva parte della società che quei colori ha offeso, ricacciandola dalla serie C tra i dilettanti, anzi nel nulla. L’amore non può andare oltre l’onore ed è soprattutto onore. Il violentato non può amare il proprio violentatore.

(Arcadia) – L’amore per la squadra della città lo si dimostra anche dimenticando le tristissime pagine sfogliate recentemente. Se non lo si farà mai costringendoci ad andare a Montorio o altrove, l’amore per il Teramo varrebbe meno di quella storiaccia scritta certamente non da noi tifosi.

  • Il ruolo di mediazione che compete alla politica, in questa situazione, è stato assolto per quanto possibile?

(Arcadia) – La politica cittadina per questa questione non ha fatto niente e non sta facendo niente.

(Serpentini) – La politica è assolutamente colpevole, e non ha svolto nessuna opera di mediazione. Non ha fatto nulla per migliorare davvero le clausole della convenzione e ha la colpa di aver lasciato deperire per mancata manutenzione tutti gli altri impianti, determinando una situazione di assoluta carenza di idoneità di ogni altro impianto cittadino. Per di più si predispone a intervenire sul vecchio comunale deturpandolo di un elemento importante, la tribuna, che si vuole abbattere senza alcun motivo che non lasci, anzi costringa a chiedersi quali siano i REALI motivi dell’intenzione di abbatterla.

  • Un libero pensiero…

(Serpentini) – Non è importante DOVE il Teramo giocherà in casa; ovunque sia sarà quella LA CASA del Teramo e lì andranno i tifosi. Importante è che il Teramo non giochi DOVE è stato ferito a morte e ASSASSINATO pagando per di più.

(Arcadia) – Vorrei essere nato in un’altra città.