TERAMO – Quello che non doveva accadere è accaduto. Il vilipendio di una passione viene perpetrato ai danni di una intera comunità. Nel peggiore dei modi e con la ferma volontà di ferire, non si comprendono altrimenti le gravi manchevolezze amministrative certificate dalla Covisoc. Omissioni che sanno di dolo.

Come ci rimane difficile credere che chi ha acquistato, con tanto di valutazione, immaginiamo attenta, delle “carte” non sapesse di questa ulteriore e cronica mancanza.

Nulla è stato detto per informare, nulla è stato fatto per sanare. Considerato ciò…. più di qualcosa ci appare nebuloso…. e, a scanso di equivoci, informiamo gli attori di questo squallido teatrino che gli “anelli al naso” e “le carrozze coi cavalli” in questa città sono solo un lontano, lontanissimo ricordo.

Con profonda amarezza non possiamo che prenderne atto e torneremo a lottare per riprenderci il maltolto con la speranza di non incrociare più sulla nostra strada chi di questa Piazza non è mai stato all’altezza.
La storia del 1913 scriverà di nuovo pagine intrise di tristezza ma consegnerà il responsabile principale del misfatto, l’unico che poteva fare e non ha fatto, allo schifo perpetuo.

Ma non sarà attraverso gli insulti che manifesteremo la nostra rabbia… quelli rappresentano lo sfogo di un momento, una mera soddisfazione a tempo. Non è questo il caso. Lo “scempio” merita di più… molto, molto di più. Merita una analisi lucida e dettagliata che metta a nudo come determinati “atti di amore” sarebbe stato opportuno manifestarli nel concreto e non con chiacchiere morte attraverso telecamere, microfoni e taccuini compiacenti.

Lo spirito che ci accompagnerà in questa nuova discesa negli inferi, non sarà dei migliori ma la fierezza non verrà mai meno. Di nuovo ci strappano dalle mani la nostra grande passione.

Stavolta la volontà “omicida” è apparsa chiara… da almeno un anno e mezzo le manovre di preparazione apparivano evidenti… almeno per noi, gli “irresponsabili” (per alcuni) del Club Biancorosso. Quest’anno non c’erano né Diakite e né Santoro a garantire l’esistenza in vita… dicevamo anche questo.

Pensiero comune asseriva che la tranquillità e le vittorie per la nostra amata squadra sarebbero arrivate nel momento in cui un figlio di questo territorio ne avrebbe preso in mano le redini. Lasciamo a tutti voi l’analisi ragionata su questo aspetto.

Ad oggi non è dato sapere da quale categoria il nostro amato Diavolo tornerà ad emozionarci, ma una cosa è certa… non riteniamo possibile farlo al Bonolis. Quello stadio fino a quando non tornerà nelle mani del legittimo proprietario (la Teramo calcio) dovrà essere evitato come la peste. E sarà la tifoseria a doverlo pretendere… prima di qualsiasi centravanti o di qualsiasi nuovo corso societario. Il campo sportivo di Castelnuovo Vomano potrebbe essere più che sufficiente.

Ultimo appunto alla politica (tutta) sul PEF….

Indipendentemente dal calcio giocato… dove, come e quando… ci batteremo con tutte le nostre forze affinché lo stadio Bonolis e la sua gestione non diventino oggetto di stucchevoli manfrine di propaganda politica e cosa ben più grave non cambi la sua destinazione d’uso, da valore aggiunto per il Teramo calcio a centro commerciale ad esclusivo uso e consumo di chi non ha alcun interesse di fare calcio seriamente nella nostra città. Chiunque esso sia. Nel presente e nel futuro.

Sia ben chiaro… una eventuale riammissione in serie C non cambierà di una virgola i nostri pensieri e le nostre azioni.

Forza vecchio cuore Biancorosso – Il Direttivo, Il Consiglio direttivo Club Biancorosso Teramo