TERAMO – “Ero fuori città quando ho appreso la triste notizia della scomparsa di Livia Mobili e sono molto rammaricata per non essere stata presente ai suoi funerali insieme a quanti l’amarono, per renderle l’estremo saluto. Esprimo le più profonde condoglianze alle figlie Beatrice e Fabrizia e al figlio Manfredo Valente per la perdita della loro meravigliosa mamma. Mancheranno la saggezza, l’equilibrio, la pacatezza e l’indistinguibile carica umana di Livia, qualità che caratterizzavano il suo ragionamento politico antifascista nel narrare alle giovani generazioni le gesta dei partigiani e delle partigiane nella Resistenza in città, della quale, la madre Giovanna Di Filippo, combattente gappista, fu indomita protagonista a rischio della propria vita. Nella casa materna di Via Nicola Palma, Livia fu testimone delle riunioni segrete dei partigiani che organizzavano la Resistenza a Bosco Martese, cui partecipavano i fratelli Glauco e Manfredo (a quest’ultimo è intitolata la sezione teramana dell’ANPI), insieme a Giorgio Valente (che diventerà marito, compagno di vita e di scelta politica comunista), all’avvocato Vincenzo Massignani (organizzatore a Teramo del Gruppo di azione patriottica), al valoroso Ercole Vincenzo Orsini, all’eroico dottor Mario Capuani e altri antifascisti.
Commossa orgogliosa e onorata, ricordo la lucida testimonianza che Livia Mobili rese alle studentesse e agli studenti della città sul ruolo dei “giovani e delle donne nella Resistenza teramana”, negli incontri organizzati nelle scuole nel 2017 dal Centro di cultura delle donne “Hannah Arendt”. Per onorare la memoria di Giovanna Di Filippo, in quella occasione, il centro Arendt invitò gli allievi e le allieve del Liceo Artistico di Teramo a realizzare un ritratto della partigiana e gli studenti del Liceo Artistico di Castelli a realizzare una scultura mezzobusto in ceramica. Quest’ultima è stata donata dall’associazione alla Provincia di Teramo nel corso di una bella e molto sentita cerimonia, alla presenza della stessa Livia Mobili, dei famigliari, di compagni e compagne e di una delegazione di studenti.
Priva di forze, Livia non ha potuto partecipare, il 25 Aprile scorso, alla consegna della proposta del Centro Arendt al Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, di intitolare cinque vie della città a cinque donne “Madri della libertà”: Nilde Iotti, Tina Anselmi, Lina Merlin, la stessa Giovanna Di Filippo Mobili e Margherita Ammazzalorso. In quella occasione, ha reso la propria testimonianza sul ruolo delle donne nella Resistenza teramana la cognata Giuliana Valente, sorella di Giorgio, partigiana bambina e storica dirigente abruzzese del P.C.I., con la quale Livia ha condiviso la sua lunga vita nell’abitazione di Via Braga. Sentimenti di profondo cordoglio vanno anche alla compagna Giuliana.
Livia Mobili ci lascia uno straordinario esempio di donna antifascista che ha illuminato le coscienze dei giovani di Teramo sui valori della pace, della libertà, della democrazia e della Costituzione della nostra Repubblica”.
Guendalina Di Sabatino – Presidente Centro di cultura delle donne “Hannah Arendt”