TERAMO – Nel momento in cui sembra che l’Abruzzo stia lentamente uscendo dall’incubo COVID, che, tuttavia, ancora aleggia minaccioso su almeno due delle sue quattro province, prendiamo atto, con rammarico dell’ennesima iniziativa surreale della Giunta Regionale e, soprattutto, del suo Presidente.

Le nuove ordinanze rischiano di condannare l’Abruzzo ad una falsa partenza, in vista dei minimi
allentamenti previsti dal DPCM del 26 aprile, in vigore dal 4 maggio.

Nell’ennesimo provvedimento emanato dal Governatore, l’Abruzzo tenta di superare in velocità la lenta
ripartenza prevista dal Presidente del Consiglio: “Disposizioni in materia di toelettatura animali da
compagnia, attività all’aria aperta, pesca amatoriale, allenamento e addestramento cani e cavalli,
svolgimento in forma amatoriale di attività forestali, asporto per attività di ristorazione con servizio Drive,
“seconde case”, spostamenti e cimiteri”. Già dal titolo si evince che il pot-pourri di misure sembra essere
costruito di proposito affinché il Governo diffidi la Regione dal percorrere la “via Aprutina” alla Fase2 da
tutti ambita. E non sembra un caso che i provvedimenti di Marsilio siano sulla stessa linea di numerosi
Presidenti di Regioni dell’area di centrodestra, smaniosi di lucrare politicamente sulla giusta stanchezza dei
cittadini italiani, palesemente maturi nell’accettare e praticare le misure restrittive imposte dal Presidente
Conte.

Gli stessi Governatori che nell’immediatezza dell’evento chiedevano il lockdown e che fino a pochi giorni fa
criticavano l’eccessiva timidezza del Governo nel prendere provvedimenti più energici, di fronte alle nuove
norme che entreranno in vigore dal 4 maggio, sembrano aver dimenticato le loro stesse voci, emanando
ordinanze troppo vicine al “liberi tutti” che tanto dicevano di temere.
Siamo certi anche noi che una ripartenza sia necessaria e che la stessa debba avvenire quando l’evoluzione
dell’epidemia lo consentirà. Raccogliamo per primi il grido di dolore di tanti lavoratori e imprenditori che
chiedono di tornare a lavoro in condizioni di sicurezza, nel rispetto di tutti i protocolli fino ad oggi elaborati
da tecnici e medici, ma questa sarebbe stata la posizione che il nostro Presidente di regione avrebbe
dovuto rappresentare al Governo, senza piegarsi ai condizionamenti imposti dagli affini Governatori del
nord.

Una storia di un Presidente al traino di decisioni prese altrove, che, lamentandosi del poco coinvolgimento
sui tavoli nazionali, dimostra di trattare alla stessa maniera i sindaci abruzzesi, messi in difficoltà da
ordinanze come queste. Ordinanze che sembrano contrastare esplicitamente con il DPCM attualmente
vigente e con le norme che entreranno in vigore il 4 maggio, dove viene esplicitamente chiarito che le
ordinanze adottate localmente possano essere solo ulteriormente restrittive rispetto a quelle adottate su
base nazionale.

Ma Marsilio sa di non correre alcun rischio, anzi, potrà presentarsi agli abruzzesi come il combattente per la
libertà contro l’oppressione romana e i Sindaci malvagi, costretti a dare seguito alle misure previste dal
Governo, sfruttando la frustrazione di tutti i cittadini, che fino ad oggi hanno continuato rispettosamente a
seguire le regole.

Se Marsilio lamenta poca attenzione da parte di Roma,di sicuro non ne mostra alcuna nemmeno verso gli
amministratori abruzzesi. Basti ricordare che la sua posizione lascia attoniti anche i sindaci più vicini
politicamente alla sua giunta, come dimostra l’intervento chiarificatore del Sindaco di Pescara, che nella
giornata appena passata ha faticato non poco a spiegare ai suoi concittadini che nulla era cambiato nella
cittadina rivierasca, “Evidentemente sono stato poco chiaro” è stata la sua premessa nel ribadire il pieno
vigore delle proprie ordinanze, sottilineandone la coerenza con il DPCM attualmente vigente. E se si sente
così disorientato il primo cittadino pescarese, da sempre a fianco del centrodestra che guida la Regione,
cosa dovrebbero dire gli altri Sindaci, magari di altro orientamento politico, e soprattutto i cittadini
abruzzesi?

Cittadini che avrebbero meritato davvero migliore rappresentanza, da un Presidente che avrebbe dovuto
far pesare nel confronto con il Governo il valore dei numeri dell’epidemia in Abruzzo, il numero di
contagiati giornaliero sotto controllo, l’estinzione dei focolai più allarmanti, il basso numero di ricoverati in
terapia intensiva, il numero di positivi in calo da più di una settimana, invece che qualcuno disposto a
prestarsi ad una misera polemica politica antigovernativa.

Tutti noi speriamo che per l’Abruzzo la Fase2 arrivi il prima possibile, però sappiamo che fughe in avanti
come questa rischiano di veder castrate le nostre aspettative dall’evidente forzatura delle regole, che
renderà solo più amara la retromarcia che rischiamo di dover intraprendere.

Il tutto mentre scopriamo di avere un Governatore così sollecito nell’emettere ordinanze di dubbia
legittimità, ma che tale rapidità di decisione non ha dimostrato nell’istituire le “zone rosse” quando
necessario o nel dare seguito alle istanze per la Cassa Integrazione in deroga di migliaia di lavoratori
abruzzesi che ancora aspettano un sostegno economico, mentre il Presidente disciplina le passeggiate a
cavallo.

Coordinamento Bella Teramo