Magnifica irruente e dirompente l’azione dell’Autostrada dei Parchi che, minacciando la chiusura dei tratti autostradali, provoca reazioni concrete con i conseguenti tentativi goffi di rincorsa della politica locale.
Nella questione del Gran Sasso ci sono tutti: Ministero della Ricerca, Ministero dell’Ambiente, Ministero dei Trasporti, Istituto Superiore di Sanità, ISPRA, ARTA, Regione Abruzzo, Acquedotti, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Procura della Repubblica un solo assente la politica.
Assente eccellente che delega ad un privato l’onere, e noi sosteniamo l’onore, di innescare processi che nessuno ha avuto il coraggio di intraprendere.
Nella drammaturgia di una vicenda così vecchia e lampante nelle sue deduzioni tramite un espediente letterario s’impone spettacolarmente il soggetto privato, l’Autostrada dei Parchi, mai nome fu più effimero, che mossa dalla preoccupazione di reiterare il reato di inquinamento, sottolineato da una inusuale nota della Procura di Teramo a tutte le Istituzioni coinvolte, grida la sua disperazione con la chiusura imminente dei tratti autostradali.
Così finalmente la politica proclama lo stato di emergenza sul Gran Sasso evocando, come si suole fare nel paese incline alla straordinarietà, l’esigenza e la necessità di un Commissario straordinario ad hoc per risolvere l’annosa diatriba tra scienza, trasporti, natura e vita che si trascina da più di 16 anni.
Il dibattito si infuoca e tutti finalmente accennano stimoli di esistenza provocati o promossi da chi determina l’agenda collettiva imponendo scelte sotto minacce ammantate da benevolenza e propensione alle opere pie per l’ambiente.
Certo rispetto l’inerzia di chi ha avuto il governo nazionale e regionale in mano ed ha provveduto ad ammantare sotto il tappetto invece che amministrare ed indirizzare i processi sicuramente oggi una nuova classe dirigente regionale e nazionale potrà mostrare le medaglie di cartone.
Ma oltre la constatazione della fine della politica, che negando ogni cosa trasparenza, dialogo, confronto, ascolto, finisce per negare se stessa, permane la sensazione di ripercorre l’eterno evergreen che ripropone strumenti e modi già conosciuti difficili da dimenticare come il Commissariamento delle Istituzioni naturalmente preposte alla gestione della questione Gran Sasso.
Agli annali possiamo rimembrare che in straordinario regime commissariale presenziato dal dirigente Balducci, con una spesa straordinaria di 80 milioni di Euro, si riuscì a mettere in sicurezza solo 1,4km di galleria che dopo 16 anni ripropone deludenti inefficienze.
Noi invece, ultimi stolti romantici sognatori che pensavamo ancora che il rispetto per le istituzioni alimentato dalla partecipazione a manifestazioni pubbliche fino a giungere a 4mila persone in piazza garantisse il principio di reciprocità elevando la funzione del cittadino, oggi assistiamo all’anarchia del potere che di tutto fa ciò che vuole rendendo possibile l’impossibile e viceversa.
Qualcuno frettolosamente dichiarerà che la strada indicata mesi fa dall’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso nel provvedere alla costituzione di Legge Speciale di Tutela del Gran Sasso sarà l’unica soluzione possibile per la risoluzione di un problema nazionale perché provocato da istituzioni dello Stato.
Oggi per chiudere la presente ode dedichiamo questa poesia di Filippo Tommaso Marinetti per omaggiare l’azienda in oggetto:
“Veemente dio d’una razza d’acciaio,
Automobile ebbrrra di spazio!,
che scalpiti e frrremi d’angoscia
rodendo il morso con striduli denti…
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma .
e d’olì minerali,
avido d’orizzonti e di prede siderali…
io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!…”
Giorgio Giannella
Presidente Provinciale Arci Teramo
Riceviamo e pubblichiamo: