TERAMO – Mentre l’Unione Europea bacchetta l’Italia per gli elevati valori inquinanti nell’aria dovuti anche al traffico veicolare; mentre in tante parti del mondo si lavora su nuovi modelli di mobilità urbana; mentre tutti applaudiamo i giovani che scendono in piazza per chiedere impegni concreti contro l’innalzamento delle temperature e i cambiamenti climatici dovuti all’utilizzo delle fonti fossili… a Teramo inauguriamo il nuovo svincolo stradale di Cartecchio, con il necessario sottopasso ferroviario, pensato unicamente per le auto.
E chi vuole o deve raggiungere quei posti a piedi? Si metta pure l’animo in pace e aspetti.
“È un problema inesistente” avranno pensato progettisti e responsabili della realizzazione dell’opera. “È un problema risolvibile” provano a rassicurare gli attuali amministratori promettendo un nuovo sottopasso esclusivamente pedonale e ciclabile.
Il problema però c’è. E non è neppure legato al singolo intervento.
A Teramo continua a mancare la percezione del tema “mobilità sostenibile”: non c’è un’idea di città che punti ad un reale sviluppo sostenibile, che metta al centro la salute delle persone a iniziare dalle fasce più deboli come bambini e anziani, che disincentivi fortemente l’utilizzo delle auto private spingendo verso i mezzi pubblici, che renda facile andare a lavoro o a scuola in bici.
Da sempre il tema della mobilità si affronta esclusivamente invertendo sensi unici e/o promuovendo la costruzione di nuovi parcheggi a ridosso del centro storico.
Dello slogan “città del pedone e della bicicletta” rimangono solo quattro bici arrugginite, un paio di progetti di ciclabili mai (o mal) realizzate e tante chiacchiere.
E invece sarebbe utile avviare una riflessione pubblica da cui far emergere immediatamente proposte concrete e credibili. Sarebbe ora di lanciare un confronto aperto a tutti i cittadini, ai portatori di interessi (diretti, ma soprattutto diffusi) e agli amministratori per fissare da subito le azioni da fare affinché Teramo faccia la sua parte nella lotta ai cambiamenti climatici, dotandosi di strumenti pianificatori (a partire dal piano regolatore, il piano energetico, il piano della mobilità) basati su obiettivi di risparmio di risorse e di conservazione del capitale naturale del nostro territorio.
Il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, intervenendo davanti ai ragazzi dello sciopero del clima del 15 marzo scorso, ha riconosciuto come giuste le richieste avanzate dalle nuove generazioni in quell’occasione di avviare azioni efficaci contro i cambiamenti climatici e di avviarle subito.
Ebbene, se, come hanno gridato le piazza di tutto il mondo del Friday for Future, il “momento è ora”, il sindaco D’Alberto oggi ricopre il ruolo giusto affinché anche a Teramo si possa provare tutti insieme a fare in modo che il momento sia veramente ora!