TERAMO –  A Teramo è passato un messaggio in questi giorni, che si può cominciare a fare qualcosa di diverso, al di là dei soliti eventi, cominciando a coinvolgere le nuove generazioni. Il Capodanno ne è stato l’esempio. Il messaggio, poi, non è l’evento in sè, ma il coinvolgimento, la condivisione con la la cosiddetta “generazione X“, che forse riesce ad interpretare meglio il classico in chiave moderna, dando a sua volta un ulteriore imput alle giovani generazioni, per comprendere meglio il passato. E’ il pensiero di Carmine Di Giandomenico, che in questi giorni ha sottolineato a più riprese, anche con l’ausilio dei social network, la necessità che Teramo esca fuori da un certo tipo di cultura autoreferenziale, che continua a compiacersi di sè stessa ma che non riuscirebe a coinvolgere o a catturare l’interesse dei giovani e della gente. “Le mie non sono critiche, ma solo consigli. Su Paolo Di Sabatino? Mi è dispiaciuto non lo abbiano citato mai, pur essendo lui l’ideatore della tre giorni e della scelta degli artisti“.

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