ROSETO DEGLI ABRUZZI – “C’è chi parla per interessi privati e chiede tagli della riserva per costruire palazzine e c’è chi ama il territorio e vuole aiutare i suoi cittadini, le attività e portare la città verso un futuro di sostenibilità ricchezza naturale e sociale”. Così, in una nota, Marco Borgatti Presidente delle ‘Guide del Borsacchio’, l’associazione ambientalista che dal 2019 ha promosso un progetto di studio sulla fauna selvatica, con WWF, IAAP e Guardie Ambientali, in merito alle incursioni di lupi e ungulati nella Riserva naturale. “Ci siamo affidati ai professionisti del Centro Studi Ecologia Biodiversità Appenninica – spiega Borgatti – attraverso il suo ramo operativo Project Wolf Ethology. Centro che opera per prevenire simili fenomeni in diverse aree della Provincia e nelle Riserve di Atri e Castel Cerreto, conseguendo importanti risultati dovuti a progetti e finanziamenti ottenuti a tutela dei coltivatori ed allevatori. La finalità primaria dei due anni di studio, giunti al termine, è il sostegno al comparto zootecnico, elaborare azioni mirate e fornire soluzioni reali ai problemi correlato alla presenza di predatori, Canis lupus e Canis lupus familiaris. Lo studio è stato patrocinato da Regione Abruzzo, Provincia di Teramo e Comune di Roseto condotto gratuitamente e sostenendo con fondi associativi le spese per dare risposte e soluzioni a coltivatori ed allevatori del territorio”.
“La presenza dei predatori sul territorio è oramai nota e documentata. La Riserva Borsacchio esiste solo sulla carta. Nella realtà è identica a ogni campagna della Provincia. I lupi non sanno leggere i cartelli, vanno dove trovano cibo e condizioni adeguate. Esistono fattori naturali per tale fenomeno – informa l’ambientalista – che sono stati aggravati da cattive abitudini, fenomeni di criminalità ed abbandono di rifiuti. Ricordiamo che il Lupo non è assolutamente pericoloso per la popolazione. E’ una specie definita dalla comunità scientifica non pericolosa per l’uomo. Dai due anni di ricerca è emersa una correlazione ovvia fra l’enorme presenza di discariche all’interno della Riserva Borsacchio, spesso con quintali di scarti di macellazione animale proprio nelle zone dove sono più frequenti gli avvistamenti. Una sorta di supermercato per le specie selvatiche, ungulati compresi, ed enorme richiamo. Pesa l’incremento delle prede selvatiche, soprattutto ungulati reintrodotti ai fini venatori, che consente una alimentazione costante limitando la mortalità dei predatori. L’espansione dei selvatici ha trovato impreparata una popolazione non abituata a tale convivenza e spesso le recinzioni e mezzi di protezione sono inadeguati. Manca la conoscenza delle abitudini dei predatori e dei loro movimenti sul territorio. Manca soprattutto una gestione della Riserva Borsacchio che ha impedito studi ampi e non ha consentito di sviluppare soluzioni. La latitanza degli enti fino ad oggi ha fatto si che non esistono progetti per far ottenere i finanziamenti necessari alle aziende per adeguare le loro attività che spesso non possono permettersi tali strumenti. Se la riserva verrà tagliata i lupi, che non sanno leggere, transiteranno lo stesso ma le aziende non avranno strumenti e finanziamenti per fronteggiare il fenomeno”.
Proprio per questo nella giornata del 31 ottobre scorso, al termine dello studio, le Guide del Borsacchio hanno organizzato una prima serie di incontri con allevatori ed agricoltori per fornire elementi e informazioni e presentato un primo report al Comune e Gestore. “Report che sarà il primo documento utile per richiedere finanziamenti a sostegno degli agricoltori ed allevatori. Entro il 10 novembre 2021, inoltre, proveremo a completare un progetto – continua Borgatti – sempre a titolo gratuito e se ci sarà la disponibilità del Comune che è il gestore della Riserva, alla Provincia di Teramo per effettuare ricerche, una campagna informativa necessaria alle aziende della riserva e dotare allevatori e agricoltori di mezzi adeguati come recinzioni elettrificate ed altri strumenti reali. Inoltre siamo a disposizione con i nostri legali per inoltrare le complesse pratiche di risarcimento in caso di danni subiti. Nelle prossime settimane con Istituto Agrario e Professionisti del centro studi promuoveremo degli incontri per dare delle prime indicazioni e valutare i primi progetti di tutela reale per le aziende”.
“Noi ci siamo, come sempre, per aiutare. Noi non gestiamo la Riserva e da anni cerchiamo di farla conoscere e diffondere le potenzialità che fino ad oggi sono inespresse per colpa del Comune. L’assenza di un Pan e Gestione hanno costretto la popolazione a subire le pesanti norme transitorie imposte dalle normative in caso di inadempienza che ormai pare arrivare al termine dopo quasi 17 anni di oblio. Diciassette anni che pesano sulle Amministrazioni della città che non sono riuscite ad attivare la Riserva schiacciando chi la vive. Una responsabilità enorme che grava come un macigno sulle passate giunte. Oggi speriamo che i segnali siano diversi. Noi ci siamo ma non abbiamo poteri. E’ il momento di fare per il bene di tutti”, conclude il Presidente delle ‘Guide del Borsacchio’.
Relazione sintetica progetto fauna selvatica e lupo