CHIETI – Il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, nella veste di Presidente regionale dell’ANCI, questo pomeriggio ha presieduto alla celebrazione del trentennale dell’associazione dei comuni d’Abruzzo che si è tenuta al Teatro Marrucino di Chieti alla presenza di moltissimi sindaci, amministratori e dirigenti dei comuni della regione. Per l’occasione è stato anche emesso un annullo filatelico dedicato a Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, proclamato Beato da Papa Francesco.

D’Alberto ha tenuto un significativo e denso discorso, del quale riportiamo una estrema sintesi. Ha iniziato ricordando i sindaci che costituirono, nel 1994, l’associazione, sottolineano le loro figure e la loro tensione ideale; quindi un cenno ai sindaci scomparsi, con particolare riferimento al Sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, assassinato dalla malavita organizzata, del quale ha ripreso una frase che rappresenta lo spirito con cui è nata l’ANCI: “Sono i paesi che fanno il Paese”.

D’Alberto ha così sottolineato la capacità di creare rete tra i Comuni, grazie alla quale si è riusciti “a collaborare, a condividere strategie volte esclusivamente alla crescita delle nostre realtà, nella piena consapevolezza che un territorio cresce solo se cresce tutto insieme”.

Un cenno alla designazione dell’Aquila come Capitale italiana della Cultura 2026, “riconoscimento che rappresenta un motivo di orgoglio per tutti i comuni abruzzesi”, ottenuto anche alla condivisione dei comuni d’Abruzzo. L’attività dell’associazione è stata sottolineata, dal suo Presidente regionale come “importante e costante, il cui apporto a sostegno dei Comuni è stata fondamentale in questi anni particolarmente difficili, nei quali l’Abruzzo, oltre alla pandemia – che ha tenuto sospese le vite delle nostre comunità – ha dovuto affrontare numerose calamità naturali: due terremoti, alluvioni, nevicate, dissesti idrogeologici, che hanno messo noi Sindaci, ancora una volta, di fronte all’onore e all’onere di traghettare i nostri Comuni verso tempi migliori”.

Quindi il sindaco di Teramo ha tracciato alcuni punti sui quali si è svolta l’azione dell’ANCI.

I Comuni. “Con l’aver riportato al centro del dibattito il loro ruolo che, soprattutto dopo la riforma incompiuta delle Province, ha fatto venire meno quegli enti intermedi fondamentali, e si sono trovati davanti alla sfida di un sistema che ancora oggi è alla ricerca dell’ambito ottimale adeguato alle nuove sfide del presente e del futuro. La citazione del sindaco La Pira ha offerto lo spunto per fotografare l’attività dell’ANCI “caratterizzata per tutte quelle battaglie che ci hanno visto in prima linea, come sindaci, nelle due ricostruzioni post sisma, nella lotta allo spopolamento, nella valorizzazione dei borghi come custodi di storia e cultura, nella battaglia per il mantenimento dei servizi essenziali sul territorio come baluardo contro la scomparsa dei piccoli centri, fino al tempo del PNRR e della sua attuazione”.

Ricostruzione fisica e materiale. “Proprio grazie al coordinamento dell’ANCI in questi anni i Comuni abruzzesi, nonostante le difficoltà, sono riusciti, nell’interlocuzione con la struttura commissariale , a ottenere una semplificazione delle procedure, oltre che personale e risorse dedicati alle due ricostruzioni 2009 e 2016-2017. Oggi, grazie ad un’attività di programmazione e progettazione senza precedenti, l’Abruzzo sta vivendo oltre alla ricostruzione fisica e materiale, un percorso di rinascita economica, sociale e culturale. Stesso discorso per la ricostruzione pubblica, che si è sbloccata principalmente grazie alle ordinanze speciali in deroga. Un impegno che ci ha visti in prima linea anche nell’attuazione del PNRR. A fine dicembre 2023 alla nostra regione risultavano assegnati, per quanto riguarda i soggetti attuatori pubblici, 3.2 miliardi. Di queste risorse, il 40% era in capo ad operatori nazionali, tra enti pubblici e società partecipate, mentre il 32% riguardava interventi in capo ai Comuni, che tra le amministrazioni locali rivestono dunque il ruolo di maggior rilievo”.

I piccoli comuni. “In questi anni abbiamo fatto tanto, riuscendo ad esempio a bloccare, in molti casi, la chiusura degli sportelli postali e bancari sul territorio, ottenendo interventi di semplificazione sulle ricostruzioni, supportando i comuni sulla formazione e sulla progettazione. Ma tanto c’è ancora da fare. Lo spopolamento, che non è legato solo alla denatalità ma anche allo spostamento delle persone dalle aree interne alle zone più urbanizzate. Si tratta di un fenomeno che colpisce soprattutto le aree interne per le quali, nei prossimi anni, sarà essenziale rivendicare politiche strutturali volte ad assicurare servizi: banda larga, detassazione, deroghe per i servizi essenziali quali scuola, trasporti, sanità. Ma serve che diventino strutturali anche i fondi per la rigenerazione urbana, per il turismo sostenibile, per il dissesto idrogeologico, per la viabilità. Così come serve rendere strutturale il fondo per i piccoli comuni. Perché il Paese Italia cresce solo se il territorio cresce tutto insieme”.

Politiche di coesione. “Un’altra attività sulla quale dovremo concentrarci in futuro è la promozione della dimensione territoriale ottimale nelle politiche di coesione. E qui sarà fondamentale il confronto con la Regione. In questo senso uno strumento particolarmente importante, è quello di mettere in rete più realtà integrate dal punto di vista economico, occupazionale, sociale, per affrontare alcune delle più importanti questioni urbane e territoriali, che vanno dal cambiamento climatico alla mobilità sostenibile, alla pianificazione dello sviluppo economico”.

Sviluppo e la sostenibilità. “Attraverso la promozione di progetti e azioni integrate che superino il perimetro comunale, è possibile mettere in campo percorsi virtuosi volti a migliorare i servizi, promuovere la sostenibilità in tutte le sue forme, restituire vitalità e attrattività ai territori urbani. E’ proprio sulle aree urbane infatti che l’Europa sta investendo in termini di risorse per lo sviluppo e la sostenibilità. Da qui la necessità, per una pianificazione strategica e coordinata a lungo termine che sia realmente efficace, di puntare su dimensioni territoriali e urbane di area vasta”.

La transizione ecologica. “Tra le sfide del prossimo futuro anche quella della transizione ecologica. In questo senso come ANCI stiamo svolgendo un importante ruolo di coordinamento e supporto ai Comuni rispetto al tema dell’ottimale collocazione degli impianti di fonti energetiche rinnovabili”.

Le concessioni balneari. “Di strettissima attualità, proprio in questo periodo, è poi il tema delle concessioni balneari su cui, come stiamo portando avanti, in collaborazione con la Regione, una battaglia in difesa dei nostri comuni costieri, che non possono vedersi scaricati responsabilità, competenze e problemi che ancora oggi non trovano una definizione a livello politico e normativo”.

Il Welfare. “Un tema che nel prossimo futuro dovrà vederci impegnati su più fronti. Oggi i Comuni, seppur con scarse risorse e mille difficoltà, sono chiamati a far fronte a una serie di nuove emergenze sociali. E’ quindi fondamentale lo stanziamento e l’erogazione, direttamente agli enti locali, di maggiori fondi, soprattutto in un momento in cui i bisogni sociali sono sempre più interconnessi a quelli sanitari”.

Minori. “Tra le emergenze che ci troviamo a vivere in questo momento storico una delle priorità è rappresentata dalla questione dell’aumento del numero di minori con forti disagi quali la ludopatia, l’assunzione di sostanze, problemi psichiatrici, di età compresa tra i 12 e i 17 anni, che su segnalazione della Procura o del servizio di neuropsichiatria infantile della Asl vengono presi in carico dai servizi sociali del Comune. Una situazione che rende più che mai urgente il rafforzamento del numero di assistenti sociali. La Legge 178/2020, ha introdotto un livello essenziale delle prestazioni di assistenza sociale definito da un operatore ogni 5.000 abitanti e un ulteriore obiettivo di servizio definito da un operatore ogni 4.000 abitanti. Numeri ben lontani da quelli odierni. C’è poi la questione della gestione dei minori stranieri non accompagnati che arrivano sul territorio e che oggi contano un numero sempre più alto di ragazzi tra i 12 e i 14 anni con la novità della componente femminile. Anche qui c’è l’esigenza che si rilancino le strutture Sai per minori e che lo Stato stanzi ulteriori risorse per un rafforzamento dei servizi sociali dedicati, al fine di garantire una reale integrazione dei ragazzi nel tessuto sociale delle città”.

Emergenza sicurezza. Tutte le città italiane, e quindi anche quelle abruzzesi, stanno vivendo questa emergenza negli ultimi anni. Il tema del disagio minorile, il tema delle dipendenze, così come quello dell’immigrazione che oggi viene scaricato interamente sui Comuni, nonostante non abbiano dirette competenze in merito, necessitano di interventi e risorse inseriti nell’ambito di una rete tra enti sia in senso orizzontale che verticale.

Emergenza abitativa. Necessità di ulteriori risorse per l’edilizia residenziale pubblica e di individuare apposite forme di sostegno per i cittadini in difficoltà, così come quella di stanziare risorse per i Comuni per l’adeguamento del patrimonio Erp, particolarmente vetusto.

Il Sindaco D’Alberto ha chiuso con un riferimento all’assemblea annuale ANCI che si terrà a Torino dal 20 al 22 novembre prossimi, sul tema “Facciamo l’Italia giorno per giorno, rimarcando che “E’ quello che noi in questi 30 anni abbiamo fatto con le nostre fasce che abbracciano i nostri cuori e le nostre comunità, legandosi le une alle altre in un vincolo di solidarietà istituzionale che ci ha dato la forza di guidare, anche nei periodi più drammatici, la rinascita e lo svilippo dei nostri territori. In questi 30 anni, attraverso l’ANCI e grazie all’ANCI, abbiamo contribuito a fare l’Abruzzo. Ed è questo il testimone che, per amore delle nostre comunità, lasceremo a chi verrà dopo di noi, mettendo sempre al centro il bene comune”.