Quando non è la crisi ad uccidere le aziende, ci pensano gli uomini con le loro azioni.
E’ il triste racconto di una diatriba di carattere economico tra due “privati”, nella quale danzano alcune centinaia di migliaia di euro, e la cui mancata soluzione mette a serio rischio le retribuzioni dei lavoratori dell’azienda.
La vicenda riguarda l’azienda di Inerti Cave Canem di Campli e l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero; fra l’azienda e l’istituzione religiosa è sorto un contenzioso relativo al pagamento dell’affitto di alcuni terreni della curia che l’azienda ha utilizzato per l’attività estrattiva.
Le due parti, erano giunte alla definizione dell’intera partita economica, attraverso un accordo sostenibile dall’azienda e che rispondeva alle richieste economiche dell’istituto religioso; ma gli ultimi dettagli relativi alle garanzie dello stesso accordo e l’imminenza delle ferie estive, hanno fatto sospendere le trattative.
Nelle more di tale sospensione, l’istituto religioso presenta una ingiunzione di pagamento di circa 250.000 euro e pochi giorni dopo provvede per tale somma a pignorare i crediti aziendali presso terzi, crediti indispensabili alla ditta per garantire la continuità dell’attività lavorativa nei pagamenti correnti, in primis le retribuzioni dei lavoratori, ma anche gli approvvigionamenti, le utenze, i servizi.
A questo punto abbiamo chiesto a Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo della Diocesi di Teramo-Atri, un suo intervento diretto per agevolare la sospensione immediata delle azioni intraprese, che di fatto compromettono la stabilità lavorativa ed economica dei dipendenti dell’azienda Cave Canem e per riprendere da subito le trattative volte a trovare una soluzione al contenzioso in essere, che non metta in alcun modo a rischio i posti di lavoro.
Ma il tempo ormai stringe e ora 15 lavoratori, dipendenti, famiglie, rischiano di non poter percepire le retribuzioni correnti e soprattutto di perdere il lavoro: come dicevamo, dove non arriva la crisi, arrivano gli uomini.
I lavoratori stessi, di loro spontanea iniziativa, hanno scritto una lettera di richiesta di aiuto nella quale sostengono che “ in un periodo dove la Fede ci aiuta a superare i problemi personali della vita quotidiana, non avremmo mi immaginato un giorno di tornare dalle nostre famiglie e comunicare la perdita dei posti di lavoro per colpa della “CHIESA” che dovrebbe aiutarci a sostenerci nel corso della vita.”
Ci aspettiamo che l’istituzione religiosa, anche nel pieno diritto delle sue azioni, faccia tutto quanto in suo potere per aiutarci a tutelare il lavoro, le retribuzione e le famiglie dei dipendenti dell’azienda.
La FILCA CISL di Teramo, in tal senso, già da domani si attiverà insieme alle maestranze, con tutte le azioni rivendicative necessarie, per la tutela del loro sacrosanto diritto al lavoro, ben diverso dall’interesse economico delle parti interessate dal contenzioso.

Il Segretario Generale FIlca Cisl
De Sanctis Giancarlo