CHIETI – Percepiva lo stipendio da professore ma non insegnava: era un assenteista incallito. I militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Chieti e di Polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Chieti, stanno eseguendo un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti di un professore ordinario dell’Università degli studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, per ipotesi di reato di truffa aggravata e falso. Dagli accertamenti è emerso il totale inadempimento degli obblighi didattici a carico del citato professore previsti dai piani di studio dell’ateneo. Dalle dichiarazioni rilasciate dagli studenti, dai collaboratori di cattedra, sentiti dagli investigatori, e dall’analisi documentale acquisita presso l’Università, è emerso che il professore, per l’intero anno accademico 2016/2017, 2017/2018 e per il primo semestre del 2018/2019, ha omesso di svolgere le lezioni previste e dovute, affidate in via sistematica ai suoi collaboratori, cultori della materia e non. E’ saltato anche fuori che, nel periodo dicembre 2018-luglio 2019, ha falsamente attestato sul registro, di aver svolto una serie di attività didattiche in favore degli studenti (esami, ricevimento ragazzi, lezioni ed esercitazioni). Dalla comparazione delle annotazioni riportate sul citato registro e dalle celle agganciate dall’utenza telefonica in uso al docente, è emerso che quest’ultimo risultava fuori sede ovvero in comuni limitrofi, ed in alcuni casi neanche in ABRUZZO. Inoltre il professore, “mediante mendaci dichiarazioni attestate nell’istanza presentata all’Università, tendente ad ottenere l’attribuzione degli scatti di stipendio, ha ottenuto l’ok da parte della Commissione alla verifica dei soggetti ammissibili all’attribuzione degli scatti stipendiali e, dunque, la conseguente liquidazione degli emolumenti, sia in termini di arretrati che di quota mensile“. “Tali illecite condotte – evidenziano le Fiamme gialle – hanno permesso al gip del Tribunale di Chieti di procedere con l’applicazione della misura cautelare del sequestro equivalente al profitto illecitamente conseguito pari a circa 130.000 euro” – Adnkronos –