ROMA – Il Presidente Marsilio, nel manifestare solidarietà ad Attilio Fontana sulla disastrosa gestione dell’emergenza sanitaria in Regione Lombardia, sembra mettere le mani avanti rispetto alle gravi carenze di cui si è reso protagonista durante l’emergenza, e continua a distogliere il dibattito politico dal reale problema che non sta affrontando: garantire che la ripartenza economica e sociale della nostra Regione avvenga in un contesto di piena sicurezza sanitaria.
Finora siamo stati “graziati” avendo avuto pochi casi, ma lo Stato – in prospettiva – sta dando risorse enormi alle Regioni per lo sviluppo dell’assistenza sanitaria e per fare in modo che un eventuale nuova ondata epidemica non ci colpisca durante l’estate o in autunno.
La linea del Governo è: assunzioni di medici e operatori sanitari, istituzione della figura dell’infermiere di famiglia, rafforzamento della medicina territoriale che possa coprire massicciamente anche le aree interne da sempre abbandonate, e adeguamento delle strutture sanitarie e dei pronto soccorso.
Ma in Abruzzo si pensa solo all’assegnazione di poltrone che definire “dubbie” è un eufemismo, ad aumentare lo stipendio, e ad accaparrarsi fondi pubblici come se non ci fosse un domani, cioè senza che vi sia mai un progetto di sorta nell’interesse dei cittadini.
L’ospedale San Liberatore di Atri, ad esempio, continua ad essere utilizzato solo per il ricovero di una manciata di pazienti Covid, nonostante a pochi chilometri ci sia il grande centro di riferimento di Pescara costato milioni. Questa situazione causa un enorme sperpero di denaro pubblico e lascia fermi un centinaio tra medici ed operatori che chiedono solo di poter tornare pienamente operativi, mentre i cittadini hanno tutto il diritto di essere curati senza essere costretti a rivolgersi a strutture private.
Pertanto, se si dovesse decidere di mantenere un reparto Covid al San Liberatore (nonostante i rischi di tale commistione siano noti per quanto già accaduto al Mazzini di Teramo) occorrerà adeguare tutti i locali della struttura alle previsioni di legge, senza permettere che, in caso di una nuova ondata del virus, il personale e i pazienti si ritrovino nuovamente esposti a gravi rischi di contagio.
Raccolgo infine le segnalazioni degli operatori turistici che faticosamente stanno cercando di ripartire ma brancolano nel buio: cosa devono fare se hanno casi sospetti tra i clienti? Possibile che nessuno sappia dare loro una risposta il primo di giugno? Il Movimento 5 stelle e i cittadini tutti chiedono a gran voce che il Presidente Marsilio pensi al nostro Abruzzo, almeno fingesse di interessarsene, invece di fare l’avvocato delle cause perse per le altre Regioni.
On.le Valentina Corneli