COLONNELLA – Anche il più fiducioso e convinto del suo lavoro oggi trema, se già prima c’erano problemi, la pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione. A Colonnella il lavoro è il vero problema, la zona industriale è piena di capannoni vuoti. Il cosiddetto polo del carbonio che negli anni migliori occupava ben oltre mille persone, è un lontanissimo ricordo. Altre aziende che fanno ancora questo tipo di lavoro, si sono trasferite e operano nei comuni vicini. La ATR con i suoi 150 dipendenti è chiusa, le probabilità che riprenda le attività sono dubbie. I dipendenti, come riferiscono i sindacati, sono ostaggio della proprietà, sono senza stipendi da cinque mesi e senza sussidi, l’azienda non avrebbe attivato le procedure per la cassa integrazione e quindi l’Inps non è in grado di erogare la cassa integrazione. A nulla sono valsi i diciassette giorni di presidio davanti ai cancelli della fabbrica, nel vuoto gli appelli all’assessore regionale al lavoro e alle istituzioni. Per i lavoratori ATR oltre al danno anche la beffa di non poter ricevere i sussidi previsti per l’emergenza Covid-19. Il sindaco, che nei 17 giorni di presidio non si è mai visto davanti ai cancelli, quando partecipa alle riunioni istituzionali convocate in prefettura si dice fiducioso, che bisogna impegnarsi e fare presto, aspettiamo di vederlo in azione.ATR001

Il polo commerciale che per anni è stato generatore di lavoro abbastanza stabile, si appresta a dispensare disoccupazione, all’Iper Conad di Colonnella sono previste 40 dipendenti in esubero, taglio occupazionale deciso prima dell’emergenza sanitaria, che comunque non rende giustizia sulla realtà dei numeri, perché non tiene conto delle dimissioni incentivate e pensionamenti, numeri quindi oggettivamente superiori. In questo momento i licenziamenti sono bloccati per decreto governativo e i dipendenti Iper Conad sono in cassa integrazione a rotazione, quelli residenti nel nostro comune sono poco più di una dozzina. Che cosa succederà alla fine dell’emergenza è un’incognita.

Il Mercatone Uno è altra vicenda, altro disastro nazionale, il 24 maggio dello scorso anno, l’azienda che lo aveva rilevato dall’agosto 2018, la Shernon Holding, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Milano. Il grande magazzino aprì il suo punto vendita a Colonnella nel 1996 e dava lavoro a 30 dipendenti. I lavoratori che già prima avevano aderito al contratto di solidarietà (lavorare meno ma lavorare tutti), poi alla cassa integrazione parziale, adesso alla data del 23 maggio vedranno scadere la cassa integrazione senza possibilità di proroga.IMG_0093Instagram

Anche le nuove forme di lavoro come lo smart working è penalizzato per chi vive a Colonnella. La mancanza della rete veloce crea problemi notevoli, per il lavoro da casa e per gli studenti c’è la necessità di connessione stabile e veloce. Non si può dire che a Colonnella la fibra c’è, non è vero, bisogna attivarsi subito e colmare i ritardi.

Non abbiamo dati per i nuovi modelli di lavoro che in questo  momento soffrono come e più degli altri che avevano un rapporto di lavoro subordinato, e l’hanno perso. Sono i titolari di partita Iva, i soggetti con rapporti di lavoro a tempo determinato, i co.co.co, i lavoratori a progetto e intermittenti. Non sappiamo quante imprese avranno la forza per ripartire dopo questo lungo stop, le risorse messe in campo da governo nazionale sono ingenti, spesso, però si arenano nelle sabbie della burocrazia e del disinteresse.

La Regione Abruzzo ha forti responsabilità, l’assessore al lavoro è un fantasma non eletto, la sua azione è completamente ininfluente. Un esempio per tutti, a fronte di oltre cinquantamila richieste di cassa integrazione in deroga, il suo assessorato ne aveva inviate 264 accusando l’Inps di avere un meccanismo complicato e dicendo che i ritardi sono nella media nazionale. Dalla Tabella Inps di qualche giorno fa si vede che siamo penultimi.fiorettiE intanto i soldi non arrivano nelle tasche dei lavoratori.