ROMA – Le sei ASP (Aziende pubbliche di servizi alla persona) abruzzesi hanno circa 24 milioni di euro di passivo ma la Regione targata centrodestra non svela le carte poiché ci sarebbe il serio rischio di un ritorno al commissariamento della sanità, ed è comunque una notizia che non va data in campagna elettorale per non rovinare la loro narrazione di una giunta regionale bella, brava e buona.
Entrando nel dettaglio, la ASP teatina ha un passivo di circa 6 milioni, quella teramana supera addirittura gli 11 milioni, Atri 2 milioni, quella pescarese è oltre il milione di debiti e quella peligna viaggia su un passivo di 2-3 milioni; soltanto quella aquilana è vicina al pareggio.
Le ASP si occupano di sociale e terza età e sono state istituite con la legge n. 328 del 2000 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) e con il Decreto legislativo n. 207 del 2001 (Riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza – IPAB); in Abruzzo sono state create con la legge regionale n. 17 del 2011 (Riordino delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (IPAB) e disciplina delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (ASP), nella misura di una per ciascuna provincia oltre a quelle di Atri e Sulmona.
Se al posto dell’attuale presidente di giunta regionale ci fosse stato Luciano D’Amico, la notizia sarebbe emersa insieme a un rigoroso piano di rientro dal debito. Un altro ottimo motivo per mandare a casa il sopravvenuto romano e votare Luciano D’Amico presidente il prossimo 10 marzo – Luciano D’Alfonso –