Bisogna mettere in campo tutto quanto necessario per ottimizzare e incentivare la formazione di nuovi specialisti anche in Abruzzo, e bisogna farlo con azioni mirate che vadano a incrementare il personale di cui si ha più bisogno. Le scuole di specializzazione di area sanitaria attive nelle università abruzzesi, nelle sedi di l’Aquila e Chieti, al momento sono 50 di cui 5 sono in accreditamento provvisorio, in attesa di una nuova valutazione dei requisiti per evitare la chiusura, e 3 sono già chiuse, anche se stanno formando gli ultimi specialisti. Nel dettaglio, sono chiuse le scuole di Igiene, Neurochirurgia ed Oncologia medica a Chieti, mentre Endocrinologia e Urologia a Chieti e Oncologia, Ginecologia e Malattie Cardiovascolari all’Aquila sono in accreditamento provvisorio.
Ora, è chiaro che risulta necessario conoscere qual è il fabbisogno reale di professionisti da formare in base alle carenze riscontrate nelle ASL abruzzesi, e quale è l’andamento formativo e il reale stato degli accreditamenti delle scuole di specializzazione in Regione Abruzzo. Per questo motivo ho presentato un’interrogazione a risposta scritta al Presidente Marco Marsilio e all’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì”. A dichiararlo è il Consigliere regionale, Vicepresidente della Commissione Sanità di Regione Abruzzo in quota M5S, Francesco Taglieri che spiega: “Solo nell’università di Chieti hanno già chiuso molte scuole di specializzazione e molte sembrano essere destinate a farlo. Anche L’Aquila presenta importanti carenze con numerose scuole in accreditamento provvisorio e quindi verso la chiusura.
Questo è un dato preoccupante, poiché avere delle scuole di specializzazione di area sanitaria è importante non tanto per una mera questione di prestigio universitario, quanto come serbatoio e polo di attrazione per la creazione e il perfezionamento di quelle risorse umane di cui i nostri ospedali hanno disperatamente bisogno, ma sembrano incapaci di attrarre o reperire. È però fondamentale che i criteri di finanziamento di eventuali borse di studio regionali, e la scelta di quali specialità sostenere maggiormente, siano basati su una attenta analisi basata sul reale fabbisogno di specialisti piuttosto che da criteri di soggettività politico-accademica.
E’ importante, quindi, che l’Osservatorio Regionale della Formazione Medico Specialistica torni nel pieno esercizio delle sue funzioni, anche in virtù del fatto che ormai, nella quasi totalità degli avvisi di selezione, sono ammessi e vengono assunti anche medici iscritti all’ultimo o penultimo anno delle scuole di formazione specialistica, pur non avendo completato l’intero percorso di specializzazione, e non sono comunque sufficienti a coprire le carenze di organico.
Mi aspetto che ci sia una risposta esaustiva e celere, e che questa mia interrogazione metta nell’agenda della Regione Abruzzo la necessità di interventi mirati a colmare le carenze, che purtroppo in Abruzzo sembrano essere sempre più importanti sul fronte della formazione specialistica”. Conclude.