Si chiama Francesco Quintiliani: chi lo ha conosciuto a Teramo, perché a Teramo è stato mercoledì scorso incontrando anche il Sindaco e non soltanto, ne ha tratto un’ottima impressione. Poche parole, persona concreta. Sono queste le sensazioni che ci sono state riportate, anche se del “nome nuovo” da accostare, come socio ma non soltanto, al possibile futuro del calcio biancorosso (con Luciano Campitelli…), si sa poco altro. Ha più strutture riservate allo svolgimento di attività ginniche nella capitale, questo sì. In passato è stato organizzatore di eventi di alto livello ma, negli ultimi anni, avrebbe incentrato le proprie attività, in altro. Un Manager, insomma, che andrebbe a rafforzare non una semplice “chiacchiera”, ma il fatto che Emilio Capaldi, o meglio, il ruolo dell’attuale Direttore Generale, possa essere ricoperto da figura nuova, diversa. Magari dallo stesso Francesco Quintiliani, che ha conosciuto l’impianto del “Bonolis”, vera attrattiva dalla quale poter attingere risorse (Cantagalli docet), semmai si fosse nella condizione di potervi operare con una programmazione vera, oggi inesistente (da qui l’incontro con Gianguido D’Alberto?). Allo Stadio, in più circostanze, sono state notate persone vicine all’imprenditore romano (Mario Bartoli, Stefano Dian e nientemeno che l’indimenticabile Franco Janich –nella foto-, oggi 82enne, ex difensore centrale del Bologna e Campione d’Italia nel 1964).
Stavolta Luciano Campitelli non parla (e fa bene): discrezione innanzi tutto, prima di procedere, se sarà possibile, e prima di rendere pubblica una notizia che darebbe corpo alle sue volontà, note: continuare in prima persona a fare calcio, magari “soffrendo” meno, non soltanto sui campi di gioco. Lui resta un inguaribile ottimista, nessuno come lui: non basta avere dilapidato in dieci anni l’immagine di “Re di Teramo”, acquisita gradualmente fino alla maledetta estate del 2015, per arrivare agli insulti di oggi; non basta continuare a combattere duramente con la quotidianità per restare “immacolati”. La sua forza, probabilmente, è questa: orgoglio e determinazione innanzi tutto, ma anche un pizzico di “incoscienza” che, talvolta, deborda in errori, anche marchiani.
E’ stato un errore aver cambiato idea su Nicola Di Matteo (che non è out), è stato un errore non transennare nell’anonimato Davide Ceci (che oggi è out), è stato un errore aver ricevuto la visita a Teramo di Francesco Quintiliani nel giorno in cui Emilio Capaldi era a Firenze (per il Teramo Calcio), seppur ne fosse a conoscenza. Ecco, se Luciano Campitelli riuscisse a governare meglio queste situazioni, sarebbe decisamente meglio.