Me ne sto seduto nella mia cantina davanti ad un calice, dove ho versato un ottimo vino d’annata che assaporo lentamente e tutto questo mi favorisce nelle mie riflessioni.
Mi accorgo che siamo già al 1° febbraio e che tra meno di dieci giorni l’Abruzzo dovrà recarsi alle urne per rinnovare quel consiglio che governerà un territorio che continua ad avere condizioni problematiche.
Certo la situazione sta evolvendosi ma a fatica : prospettive future e scenari possibili si intravedono con difficoltà, ma occorre riconoscere che le situazioni climatiche e sismiche non hanno aiutato questa regione che, non dimentichiamolo, rappresenta una realtà circoscritta all’interno del territorio nazionale, sia come numero di abitanti che come estensione.
Allora mi fermo a riflettere su un dato che credo voi amici non avrete mancato di rilevare : come mai tante presenze di leader nazionali alla ricerca di consensi in una regione di soli 1.300.000 abitanti ?
La risposta arriva istantanea: è un test in attesa delle europee, un tastare il polso in vista di appuntamenti elettorali più significativi.
Mi chiedo: ma davvero l’Abruzzo ha una rilevanza così minima da essere solo funzionale ai “grandi giochi romani e di Bruxelles” ?
Forse allora gli abruzzesi dovrebbero meglio riflettere sulle tante peculiarità che affliggono questa regione e mettere da parte i riflettori nazionali ed europei che certamente non la faciliteranno in un suo rilancio.
Sicuramente la Lega ed il Movimento 5 Stelle hanno contribuito ad esasperare le criticità di questa regione e questa può essere, nei limiti ragionevoli, una medicina: però poi mi domando se sia lungimirante affidare un territorio così variegato a chi nulla sa di come si governa una realtà montuosa e scarsamente antropizzata, che certamente di tutto ha bisogno fuorché di una improvvisazione.
Né può essere minimizzato che le due forze di governo hanno “generosamente” sguinzagliato i propri vertici, mentre i candidati Presidenti poco si sono sentiti, se non al seguito dei Di Maio, Crimi o Berlusconi e Salvini.
Al contrario il Centrosinistra si è presentato con Giovanni Legnini, una persona pacata e competente, certamente lontana da slogan urlati e spettacolarizzazioni a base di selfie e di acclamazioni che oscurano i contenuti.
Il Centrosinistra ha dimostrato di saper fare autocritica ed appare, nella larghissima maggioranza, rigenerato e pronto ad affrontare le sfide che attendono gli abruzzesi.
Il consiglio che mi sentirei di dare agli amici del Centrodestra e del Movimento 5 stelle è quello di privilegiare la esperienza e dare robustezza ad una effettiva cabina di regia che, onestamente, è riscontrabile solo intorno alla persona di Giovanni Legnini.
Fate una pausa e date fiducia ad una prospettiva di governo tranquilla, con al comando del vascello una persona in grado di impugnare il timone con la energia necessaria e con la lungimiranza che occorre.
Questo senza rinnegare i propri credo politici che avranno altri momenti per essere espressi : la politica per l’Abruzzo non può, non deve essere immiserita in operazioni che sanno solo di improvvisazioni o di salti nel buio.
Mi rialzo dalla poltrona e solo adesso assaporo l’ultimo sorso di un vino prelibato, che solo i nostri vigneti sanno regalarci…..

di Ernesto Albanello